Alcuni giorni fa una mia amica mi ha manifestato la sua delusione per aver
notato che, negli ultimi tempi, non stavo più aggiornando il mio blog. Sosteneva che, in questi giorni di
lavoro poco gratificante, i minuti in cui leggeva i miei post la mattina, dopo aver acceso il pc, costituivano uno
dei pochi
momenti piacevoli della sua giornata in ufficio. “I tuoi racconti mi
ricordano
me stessa dieci anni fa, le stesse paure, le stesse fatiche”. Ammetto
che il dispiacere
per averla delusa a causa della mia scarsa costanza nello scrivere è
compensato
dalla consapevolezza che i miei pensieri rappresentano un momento di
letizia
per qualcuno. Il mio ego ringrazia e trova nuovo slancio per ritornare a
dare
voce ai miei pensieri. Si tratta di pensieri un po’ cupi, a dire il
vero,
quindi mi scuso sin d’ora con la mia amica perché forse non le
rallegrerò la
mattinata, ma in questi giorni mi sento poco ispirata e anche un po’
depressa (badate bene, non sono
depressa). Non nascondo che questo stato d’animo è in parte dovuto alla
“mammaggine”. Superati i tre mesi dal parto, la pargoletta dà maggiori
soddisfazioni in
termini di interazione, cominciano ad apparire i sorrisetti e si
comincia a
capire anche che cosa la fa stare bene. In particolare, chissà per quale
recondito motivo, ho scoperto che la diverte molto fissare il forno in
cucina. Non
ho ancora capito che particolare del forno susciti il suo piacere. A
tratti
penso che sia la luce verde dell’orologio elettronico, altre volte
sembra
attirata dai riflessi sulla porta metallica. Tuttavia, al cambio di
forno (bianco
e senza orologio elettronico) la reazione è la stessa, tanto che sono
iniziate
le scommesse in famiglia su una sua promettente carriera da chef o
panettiera. Chiaramente
il momento estatico davanti al forno è stato prontamente documentato dal
fiero
padre che al momento opportuno (tra vent’anni) estrarrà il video ricordo
e
potrà dire “c’erano già i primi segnali quando avevi tre mesi!”.
Se da una parte c’è una maggiore soddisfazione nel rapporto madre-figlia,
dall’altra, tuttavia, non mancano motivi per cui vengo spesso assalita da un malessere
diffuso e quindi da scarsa ispirazione. Lo stato di mamma, infatti, comporta
una buona dose di routine e, conseguentemente, di noia. Sì, ho detto proprio “noia”,
conscia che qualcuno tra i lettori forse non capirà, visto che stringo tra le
braccia tutto il giorno la più meravigliosa delle creature, un regalo divino,
una gioia infinita. Sono altresì consapevole che questa mia affermazione
farebbe rabbrividire mia mamma (se mi leggesse), per la quale "i figli
sono tutto". Ma sono certa di poter contare sulla comprensione dell’amica
di cui sopra, più simile a me sotto certi aspetti. Le giornate di questa
meravigliosa estate stanno passando più o meno barricate in casa. Questo perché
fuori fa troppo caldo, il sole scotta la sua tenera pelle, l’acqua del mare è
troppo inquinata, le zanzare sono assatanate, ecc. ecc. Insomma, ci sono mille
scuse per iniziare e finire la giornata più o meno sempre dentro le stesse mura,
ripetendo molteplici volte le stesse azioni e finendo inevitabilmente per
sentirmi una specie di pachiderma obbligato a camminare tutto il giorno per
casa senza un vero scopo se non quello di tenere lontano pianti e strilli. Lo
so che qualcuno dirà “Ma se è la bimba più buona del mondo!!!! Dorme tutta la
notte!”. Vero, ma di giorno, come è normale che sia, ha dei bisogni e cerca
stimoli che spesso fatico a capire. Ultimamente le piace vedere la sua immagine
riflessa nello specchio del mio guardaroba. Peccato che così la mamma veda
anche se stessa, il pigiama che non si è mai tolta, la ritenzione idrica sulle
cosce ipertrofiche, i capelli sfatti e il giro vita che ha preso il largo
(gulp!). Le volte in cui raccolgo tutte le forze per uscire devo comunque
cercare di non lasciarmi scoraggiare dalla quantità di oggetti che devo preparare
e portare con me, prevedendo di stare fuori per la durata di almeno due poppate:
biberon sterilizzati, latte (negli opportuni contenitori, ma anche un po’ a
parte, non si sa mai), acqua calda e acqua fredda (che se non c’è acqua
corrente nel posto in cui vado come faccio a raffreddare il latte?), tisana al
finocchietto (per eventuali coliche), bavaglini, ciuccio n.1 e ciuccio n.2
(perché il n.1 in genere finisce a terra), ombrellino per il sole, passeggino
da passeggio o da trekking, apine da
appendere in macchina per distrarla durante il viaggio, lenzuolino leggero, ma
anche copertina nel caso in si alzi il vento (“che la bimba è sudata e può
pigliarsi un raffreddore che, si sa, sta poco a trasformarsi in una broncopolmonite”),
cuffietta anti sole, ma anche calzettini
(perché spesso ha i piedi freddi), e, perché no, a questo punto
anche il
vaporizzatore per il viso, così la rinfresco con acqua termale se fa
troppo
caldo. Aaahh, non possono mancare gli indispensabili pannolini e
salviettine
umidificate (quelle grandi, che quelle piccole finiscono per sporcare le
mani). E non dimenticare di portare il carica cellulare da macchina
(che
se si scarica il cellulare, cosa fai?). Non scordare qualche soldo per
il
parcheggio, possibilmente infilato nella tasca laterale della borsa
della bimba
che così è facilmente raggiungibile.
E pensare che fino a un anno fa nella mia borsa potevo permettermi (felicemente) di avere un sacco di oggetti
inutili, tra cui due o tre lucidalabbra, un mascara, un rimasuglio di fard, post-it
a non finire, tutte le carte fedeltà dei negozi anche fuori città e, a volte,
anche un paio di infradito. Ora non ho
più nemmeno la borsa.
Informazioni personali
- Doris
- La pargoletta è arrivata nel giorno della liberazione dell'ultimo anno del calendario Maya... ed eccomi a 41 anni con un frugoletto tra le braccia quasi tutto il giorno, tranne quando cambio pannolini, faccio bagnetti e qualche anima buona me la rapisce per coccolarla. Un'amore di bambina...ma anche un'impegno 24 ore su 24 che cambia "un po'" la vita. Poiché sotto la mamma c'è una donna quarantenne nella vita precedente lavoratrice con tanti interessi, esploratrice di se stessa e alla perenne ricerca di quel qualcosa che "mi fa stare bene", l'adattamento ai nuovi ritmi non è facile. Da qui l'idea del blog, un po' sfogo terapeutico un po' desiderio di condivisione con chi di voi vive/viveva/vivrà un'esperienza simile. Tra una pappa e una nanna....e ringraziando le apine sulla culla.
lunedì 30 luglio 2012
Qualcuno non mi capirà
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E tutto ciò non è meraviglioso? Lo so che sembra incredibile, ma ad un certo punto questi momenti ti mancheranno!
RispondiEliminaRaffaele non vedo l'ora!
RispondiEliminaOra so cosa regalarti a Natale. Grazie.
RispondiEliminaAnche io proprio ieri sono andata sul blog e sono rimasta delusa quando non ho trovato un nuovo post. Che gioia invece leggerti oggi!
RispondiEliminaMolla tutto e passa la giornata in riva al mare con la piccola, alla faccia dell'insolazione, della broncopolmonite e delle zanzare.
Un bacio.
Lilia, grazie anche a te per il sostegno...se solo fossi qua, sai che dolore alle mascelle in riva al mare io e te! Miss you soooo much.
Elimina..e la nonna che nn ne può più di andare a prendere il sole dopo 65 anni passati da mattina a sera sulla spiaggia!!!! e se domenica andaste in barca in santa pace con la sola borsa del mare senza badare a cosce, capelli e girovita mentre io mi diverto, al fresco dell'aria condizionata,a giocare con Nicole? W la nonnaggine!!!!!!!!!
RispondiEliminaCara nonna,
Eliminacome vedi ho soddisfatto immediatamente la tua accorata richiesta. Viva la nonnaggine davvero!
Doris tesoro scrivi scrivi .....che per me è una terapia! riaffiora tutto ciò che era andato in rimozione e lo rielaboro con il sorriso e mentre affronto gli attuali problemi delle figlie (14 -11-11 anni) che sono ...magliette ...trucchi!!!! momenti fantastici!!!!!!!!!!!!!!! TVB
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