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La pargoletta è arrivata nel giorno della liberazione dell'ultimo anno del calendario Maya... ed eccomi a 41 anni con un frugoletto tra le braccia quasi tutto il giorno, tranne quando cambio pannolini, faccio bagnetti e qualche anima buona me la rapisce per coccolarla. Un'amore di bambina...ma anche un'impegno 24 ore su 24 che cambia "un po'" la vita. Poiché sotto la mamma c'è una donna quarantenne nella vita precedente lavoratrice con tanti interessi, esploratrice di se stessa e alla perenne ricerca di quel qualcosa che "mi fa stare bene", l'adattamento ai nuovi ritmi non è facile. Da qui l'idea del blog, un po' sfogo terapeutico un po' desiderio di condivisione con chi di voi vive/viveva/vivrà un'esperienza simile. Tra una pappa e una nanna....e ringraziando le apine sulla culla.

lunedì 2 luglio 2012

Il cervello umano

Una delle preoccupazioni che mi assilla maggiormente in questi giorni riguada la "normalità" delle funzioni cerebrali di un neonato. A due mesi dalla nascita ho notato notevoli evoluzioni relativamente ai sensi della vista (ora vede anche l'ape gialla, oltre alla verde e alla rossa) e dell'udito (all'inizio dormiva anche con il martello pneumatico in funzione al piano di sotto, ora non si addormenta se la tv è accesa in sottofondo). Ci facciamo anche lunghi "discorsi" io e lei, soprattutto la mattina, appena sveglie: Nicole adora i suoni gutturali e qualche vocale un po' acuta, in cui anche io mi cimento sperando che non ci sia nessuno nell'arco di un chilometro a vedermi gorgheggiare come una deficiente. E' piuttosto vispa a livello motorio, anzi le premesse lasciano intravedere faticose rincorse da parte della genitrice ed estenuanti giochi ripetitivi con ogni sorta di oggetto. Tuttavia non posso non chiedermi se le sue funzioni cerebrali si stiano sviluppando nel modo giusto e se nella sua scatolina cranica, ancora fragile e malleabile, tutto funzioni perfettamente. Nel mio vagabondare tra libri e siti sul tema sono incappata in un interessante saggio che afferma che lo sviluppo del cervello avviene durante la gravidanza (a patto che la genitrice non ecceda in alcol e droghe) e che, dopo il parto, il suo processo di crescita continua per alcuni anni. Pare che le cellule cerebrali del feto nello stadio intrauterino crescano e si moltiplichino fino a 200.000 e che, a partire dalla nascita, il numero di queste cellule sia il massimo di cui disporremo per il resto della vita. In pratica poi non possono che diminuire. Sembra però che il fatto che il numero di neuroni non aumenti non significhi che noi non possiamo migliorare la nostra capacità mentale. Infatti, a ogni processo di pensiero i neuroni si connettono tra loro creando delle sinapsi; pertanto, più usiamo il cervello, più aumentiamo il numero e la qualità delle interconnessioni e quindi la nostra capacità mentale.
Alla nascita queste connessioni non ci sono ancora, entrano in funzione ogni volta che il bimbo interagisce con l'ambiente.  Questo significa che io ho la possibilità di aumentare la capacità cerebrale della mia bimba semplicemente offrendole una gamma più ampia possibile di stimoli che gli permettano di attivare le sinapsi. Detto fatto. Ho già iniziato a sottoporla a docce di trilinguismo (scusate, ma il background mi condiziona), la zia le legge l'Economist (che per ora le serve da sonnifero) e la nonna le fa lunghi racconti in italiano impeccabile facendo chilometri di passeggiate in casa per calmarla. Nicole dovrebbe diventare un genio.... chissà... Per ora preferisce fare tanti bei versetti gutturali sbavando e sorridendo mentre se ne sta nuda sul fasciatoio finalmente libera dal giogo del pannolino.

1 commento:

  1. Vero Dorissa! Più l'ambiente ha stimoli, più il cervello dei bambini si sviluppa: stimolalo più che puoi, in fondo è come un muscolo!

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